Algowatt

RISULTATI 2021 - Dopo il completamento del Piano di Risanamento e del relativo accordo finanziario con il ceto creditorio, AlgoWatt ha chiuso il 2021 in utile grazie ai proventi dell’accordo di ristrutturazione. I ricavi caratteristici si sono attestati a 16,6 milioni (+0,6%), di cui 11,4 riferiti alle ex Business Unit (nella nuova struttura organizzativa è stata eliminata tale suddivisione) Green Energy Utility, Green Enterprise and City e Green Mobility, ed in particolare 2 milioni derivavano dall’attività Superbonus. Inoltre l’attività di Ricerca e Innovazione ha contribuito al fatturato per 3,4 milioni. Gli altri ricavi sono più che raddoppiati, balzando da 2,8 a 6,4 milioni, di cui 1,3 per capitalizzazioni sviluppare con risorse interne, 1,2 all’esito positivo di un contenzioso con AVM e 1,7 allo stralcio di un debito della controllata Val di Taro Tyre a seguito del raggiunto accordo di ristrutturazione con la società di leasing sua creditrice. I costi per consumi di materie prime, poco rilevanti, sono aumentati del 27,4% a 515.000 euro ed i costi per servizi del 5,4% a circa 6 milioni (essenzialmente per effetto del raddoppio dei costi per lavorazioni esterne da 1,1 a 2,1 milioni, andamento derivante dall’avanzamento dei progetti Superbonus). Per contro il costo del lavoro è sceso del 4,2% a 12,2 milioni (in presenza del resto di un numero di dipendenti passato da 256 a 211 unità), e gli altri costi operativi del 29,4% a 913.000 euro. L’ebitda è così passato da un valore negativo per 858.000 euro a uno positivo per 3,3 milioni. Ma dopo ammortamenti in aumento da 2 a 4,5 milioni (il dato 2020 beneficiava di un provento per circa 2,2 milioni relativo al ripristino di valore delle voci “software” e “customer relationship” iscritte tra le immobilizzazioni immateriali), e soprattutto la presenza di svalutazioni per 2,6 milioni riferite alle immobilizzazioni immateriali della controllata Greenled Srl, a crediti commerciali non più recuperabili per 851.000 euro e a rimanenze di prodotti finiti e materie prime per 408,000 euro, la perdita operativa è salita del 32,1% a 3,75 milioni. Come si è detto, a fronte di un saldo negativo della gestione finanziaria per 2,5 milioni nel 2020, il 2021 ha beneficiato di un saldo positivo di 12,3 milioni che includono lo stralcio (per circa 5 milioni) accordato dalle banche a seguito dei rimborsi effettuati a dicembre 2021, nonché l’effetto positivo per 8,2 milioni derivante dalla conversione di parte del debito in SFP. Al 31/12/2021 l’indebitamento finanziario netto ammontava a 11,7 milioni, in forte diminuzione rispetto ai 65,5 milioni di fine 2020 grazie a un effetto positivo di 53,5 milioni derivante dall’Accordo di Ristrutturazione (29,7 milioni per conversione di parte del debito in SFP, 11 milioni per pagamenti al ceto creditorio con la liquidità derivante dalla prevista dismissione di asset industriali e 12,8 milioni per accollo liberatorio delle “esposizioni garantite” da parte della controllante Italeaf. Così si è passato da una perdita ante imposte di 5,4 milioni a un utile ante imposte di 8,6 milioni. Dopo imposte passate da 234.000 a 108.000 euro, perdite delle attività destinate alla vendita in aumento da 411.000 euro a 1,9 milioni (si riferiscono a tutti gli impianti industriali del gruppo fino alla data di dismissione) e lo scoprporo di una quota di perdita di competenza di terzi passata da 25.000 a 39.000 euro, si è passati da una perdita netta di 6 milioni a un utile netto di 6,6 milioni.