Azimut

RISULTATI 2023 - Risultati in crescita per Azimut Holding nell’esercizio 2023. Il margine di interesse (poco rilevante data l’attività svolta) ha ridotto il valore negativo da 10,9 a soli 0,6 milioni. Le commissioni nette sono invece complessivamente aumentate del 6,9% a 949,1 milioni; in particolare le commissioni di acquisizione (poco rilevanti) sono salite del 7,4% a 12,2 milioni, e quelle di gestione variabili (commissioni di performance dei fondi comuni di investimento) sono diminuite del 60,2% a 18,2 milioni, influenzate negativamente dal nuovo pricing introdotto ad aprile 2022 che ha invece determinato l’aumento del 3,7% a 1.138,3 milioni delle commissioni ricorrenti che hanno anche beneficiato della crescita delle masse totali. Il risultato netto della gestione assicurativa (di scarsa entità) è comunque salito del 23,5% a 28,5 milioni, grazie al business ricorrente e alle commissioni di performance (passate da 4 a 18 milioni), e nel complesso il margine di intermediazione primario è aumentato dell’8,6% a 977,1 milioni. Balzo da 14,2 a 58,4 milioni dei ricavi da gestione finanziaria grazie a un risultato delle attività valutate a far value positivo per ben 40,2 milioni. E così nel complesso il margine della gestione finanziaria e assicurativa (coincidente con il risultato della gestione finanziaria e assicurativa) è salito del 13,3% a 1.035,5 milioni. I costi complessivi sono aumentati dell’8,7% a 1.035,4 milioni, influenzati positivamente dal deconsolidamento di Sanctuary, in parte riassorbito della variazione del perimetro di consolidamento in Australia e Irlanda e dalla crescita organica dei costi generali e delle spese amministrative; il costo del personale è però aumentato dell’11,7% a circa 188 milioni, in presenza del resto di un numero di dipendenti passato da 1.476 a 1.657 unità. Tutto ciò ha portato a un risultato operativo netto in aumento del 16,4% a 629 milioni; per contro però vi sono stati oneri su partecipazioni per circa 4 milioni a fronte di proventi su partecipazioni per 19,4 milioni nel 2022. L’utile ante imposte ha comunque raggiunto 625,1 milioni (+11,7%) ed è salita però anche l’incidenza fiscale (imposte per 167,1 milioni, con un tax rate aumentato dal 25,9% al 26,7%); nelle imposte è incluso anche l’importo ‘una tantum’ di 19,4 milioni relativo alla transazione con l’Agenzia delle Entrate stipulato nel mese di aprile 2023. Dopo lo scomputo di una quota di utile di competenza di terzi in aumento da 20,5 a 23,4 milioni, l’utile netto è risultato pari a 434,6 milioni (+6,9%), mentre su base adjusted, ammonta a circa 454 milioni (escludendo il citato onere una tantum di 19,4 milioni relativo al citato accordo fiscale con l’Agenzia delle Entrate), con un incremento del 12,8%. Il dividendo ammonta a 1,4 euro per azione, in pagamento dal 22 maggio 2024, di cui 1 euro “cash” e 0,4 mediante assegnazione gratuita di azioni proprie. Il totale delle masse gestite e amministrate ammontava al 31 dicembre 2023 a 90,8 miliardi includendo il risparmio amministrato e gestito da case terze direttamente collocato, di cui 60,6 miliardi di masse gestite (+10%) e 30,2 di masse amministrate (+27%). Nel segmento Private Markets, gli Asset under Management hanno raggiunto 8,1 miliardi (+25%), pari al 13,3% delle masse gestite con l’obiettivo di raggiungere il 15% entro il 2024.