Banco Bpm

Risultati 2023 - Come per gran parte delle banche italiane, anche per il Banco BPM il 2023 è stato molto positivo grazie soprattutto al crescente scenario dei tassi d’interesse. Infatti il margine di interesse è balzato del 44% a 3.370,8 milioni, grazie all’incremento dello spread commerciale. Le commissioni nette sono invece diminuite del 3,5% a 1.790,1 milioni (in quanto quelle relative ai servizi di gestione, intermediazione e consulenza sono scese del 3,2% per minori collocamenti di fondi e Sicav (parzialmente compensati dalla crescita delle commissioni relative al collocamento di certificates e ai servizi di custodia), mentre quelle relative ai servizi di banca commerciale sono salite dello 0,1% grazie al contributo dei servizi di incasso e pagamento e nonostante i maggiori oneri per le operazioni di cartolarizzazione sintetica (-37,2 milioni) e per la revisione delle condizioni applicate alla clientela per la tenuta dei conti correnti, -45 milioni). Il risultato netto negativo della gestione assicurativa è peggiorato da 36 a 113,5 milioni (vi sono incluse Banco BPM Vita e Banco BPM Assicurazioni); comunque, il margine di intermediazione primario ha raggiunto 5.047,4 milioni (+21,3%). Il risultato netto finanziario è invece diminuito del 69,6% a 24,4 milioni, essenzialmente per effetto di una contrazione da 174,1 a 84,6 milioni del risultato da attività di negoziazione e di un valore negativo per 112,1 milioni delle variazioni di fair value delle attività finanziarie. Nel complesso il margine della gestione finanziaria e assicurativa è salito del 19,6% a 5.071,8 milioni. Le rettifiche su crediti verso clientela sono passate da 482,7 a 516 milioni, dando luogo a un risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa in crescita del 21,2% a 4.556,3 milioni. I costi operativi si sono attestati a 2.703,2 milioni (-2,2%), ed in tale ambito quelli del personale sono aumentati del 3,8% a 1.657,2 milioni (al 31/12/2023 i dipendenti del gruppo erano 19.761, di cui 146 riferiti alle compagnie assicurative, mentre al 31/12/2022 erano 20.157, di cui 143 riferiti alle compagnie assicurative); l’aumento dei costi è da riferirsi essenzialmente al rinnovo del CCNL. Le altre spese amministrative si sono attestate a 652,4 milioni (+0,6%), e senza considerare i costi, pari a 9,3 milioni, relativi alle compagnie assicurative, tale voce sarebbe scesa dello 0,5%. Così il risultato operativo netto è balzato dell’86,4% a 1.853,1 milioni. Il risultato negativo della valutazione a fair value di attività materiali e immateriali è peggiorato da 108,3 a 146,8 milioni e, inoltre, i proventi da partecipazioni sono diminuiti del 67,4% a 40,8 milioni. L’utile ante imposte è comunque balzato del 76,9% a 1.777,7 milioni e, dopo imposte per 513,2 milioni (tax rate in diminuzione dal 31,9% al 28,9%), l’utile netto ha raggiunto 1.264,5 milioni, ben l’84,6% in più rispetto ai 685 milioni al 31/12/2022. Al 31/12/2023 il Common Equity Tier I ratio era pari al 14,2%, ed il Tier I Ratio era pari al 15,2%. Il dividendo ammonta a 0,56 euro per azione, in pagamento dal 24 aprile 2024.