Caltagirone

RISULTATI 2022 - Salgono i ricavi e l’utile netto di Caltagirone nell’esercizio 2022, mentre il margine operativo risente delle svalutazioni di testate. I ricavi caratteristici sono saliti del 23,6% a 1.917,4 milioni, trainati da Cementir Holding con il suo +26,7% a circa 1.723 milioni, grazie alle politiche di prezzo volte a mitigare l’incremento dei costi energetici e delle materie prime; molto bene anche Vianini (+68,5% a 14,3 milioni) per la valorizzazione al fair value dei terreni e degli immobili in portafoglio (5,5 milioni), mentreCaltagirone Editore ha evidenziato una flessione (-3,8% a 118 milioni) dovuta alla diminuzione dei ricavi editoriali. Gli altri proventi sono saliti del 3,8% a 48 milioni, beneficiando delle rivalutazioni di investimenti immobiliari passate da 18,3 a 21,8 milioni. I costi per consumi di materie prime sono aumentati in misura superiore al fatturato (+46% a 843,3 milioni) a causa principalmente del rincaro dei prezzi dei combustibili, in aumento anche i costi per servizi (15,5% a 490,9 milioni) e il costo del lavoro anche se in misura più contenuta (+8,3% a 255 milioni, pur in presenza di un numero di dipendenti passato da 3.720 a 3.731 unità. Nel complesso l’ebitda è aumentato del 6,3% a 349,3 milioni, trainato dal miglioramento della redditività nel settore del cemento, mentre nell’ambito dell’editoria sono impattati gli aumenti delle materie prime, e soprattutto della carta. In aumento gli ammortamenti (passati da 117,3 a 131,9 milioni), e in diminuzione gli accantonamenti, passati da 7,4 a 4,9 milioni, ma va considerato che nel 2022 sono presenti svalutazioni di immobilizzazioni immateriali a vita indefinita (testate) per 14,7 milioni, che hanno determinato un calo dell’ebit di circa il 3% a 197,8 milioni. Il saldo della gestione finanziaria è positivo per 71,2 milioni rispetto ai 14,5 milioni del 2021, e beneficia dei maggiori utili su cambi e maggiori dividendi percepiti dalle società quotate. Al 31/12/2022 l’indebitamento finanziario netto è calato a 43,1 milioni (139,6 milioni a fine 2021) a seguito del positivo cash flow operativo, dell’incasso dei dividendi delle società quotate (38,8 milioni) al netto dei dividendi distribuiti (31,8 milioni) e degli investimenti netti in azioni quotate e titoli di stato (80,6 milioni). Così l’utile ante imposte è salito da 218,3 a 269 milioni e, dopo imposte per 51,6 milioni (tax rate in aumento dal 15,7% al 19,2%) e lo scomputo di una quota di utile di competenza di terzi pari a 106,1 milioni, l’utile netto è ammontato a 111,3 milioni, il 16,6% in più rispetto ai 95,4 milioni al 31/12/2021. Il dividendo ammonta a 0,15 euro per azione, in pagamento dal 24 maggio 2023.