Diasorin TAH

RISULTATI AL 30 GIUGNO 2024 - Diasorin chiude il primo semestre 2024 con un andamento positivo. I ricavi sono lievemente aumentati a 589,2 milioni (+2,2% a cambi costanti, correnti e parità di perimetro ed escludendo il business COVID); di questi, quelli di immunodiagnostica ex-Covid sono saliti del 10% a 391 milioni (+10% anche a cambi costanti), guidati dal buon andamento dei test CLIA. I ricavi di diagnostica molecolare ex-Covid sono stati pari a 100 milioni (+4% a cambi correnti e costanti) e quelli da Licensed Technologies sono risultati in lieve calo a 84 milioni (-2% a cambi correnti e costanti), escludendo il business Flow Cytometry ceduto nel primo trimestre 2023; infine le vendite dei test sierologici e molecolari per il Covid sono scese del 59% a 14 milioni (-59% anche a cambi costanti). I ricavi relativi al Covid sono praticamente in via di esaurimento. Per quanto riguarda l’andamento delle vendite nelle diverse aree geografiche, in Europa diretta sono salite dell’8% a 207 milioni (anche a cambi costanti), trainate dal segmento immunodiagnostico, grazie ai test di specialità caratteristici dell’offerta di Diasorin. In Nord America diretta il fatturato del gruppo è salito a 279 milioni (+9%; +10 a cambi costanti), grazie all’ottima la performance per il business immunodiagnostico, dovuto al successo della strategia ospedaliera, della diagnostica molecolare e delle Licensed Technologies, nonostante il settore non comprenda ancora il contributo di Liaison Plex, lanciato a fine giugno. Nel resto del mondo i ricavi sono scesi del 6% a 89 milioni (-5% a cambi costanti), per la contrazione nei mercati dove Diasorin opera attraverso dei distributori e per la performance del mercato cinese; positivo l’andamento nei Paesi in cui Diasorin opera direttamente. Il costo del venduto si è attestato a 199,3 milioni (+0,8%), e ne è derivato un utile lordo industriale in aumento del 3% a 389,9 milioni. Le spese generali e amministrative sono salite del 4,5% a 64,1 milioni, mentre quelle di ricerca e sviluppo sono diminuite del 6,7% a 43,2 milioni e gli altri costi operativi del 17,1% a 9,6 milioni. Le spese di vendita si sono attestate a 141,2 milioni (-0,5%). Ne è complessivamente derivato un ebit in aumento del 12,2% a 131,7 milioni; su base adjusted sarebbe salito del 6% a 153 milioni, ed escludendo gli ammortamenti e le svalutazioni l’ebitda adjusted è aumentato del 4% a 198 milioni. Il saldo negativo della gestione finanziaria è peggiorato, passando da 4,6 a 7,7 milioni, a fronte di un indebitamento finanziario netto in lieve aumento a 790,5 milioni rispetto ai 776,4 milioni di fine 2023, per effetto del pagamento dei dividendi per 61 milioni e per l’acquisto di azioni proprie per 8 milioni, in parte compensato dalla generazione di cassa operativa del periodo. L’utile ante imposte è comunque salito del 10% a 124 milioni; dopo imposte per 28,5 milioni (tax rate passato dal 23% al 23,4%) e l’imputazione a terzi di una quota di perdita di competenza passata da 1,3 milioni a 502.000 euro, si è giunti a un utile netto di 96 milioni (+9%); su base adjusted l’utile netto sarebbe invece salito del 6% a 120 milioni.