Fila

RISULTATI 2023 - Balza l’utile netto di FILA nell’esercizio 2023 grazie al ricavato dell’IPO della società indiana DOMS Industries Limited. I ricavi caratteristici sono saliti dell’1,9% a 779,2 milioni (+6,3% a cambi costanti); in Asia l’incremento è stato del 30,9%, in Centro e Sud America del 29,6% e in Nord America dell’1,8%, mentre vi è stata una flessione in Europa (-7,8%) e nel resto del mondo (-3,1%). Per contro gli altri proventi, poco rilevanti, sono diminuiti del 13,1% a 8,7 milioni per minori differenze cambio positive su operazioni commerciali. I costi per consumi di materie prime sono diminuiti dell’1,8% a 368,7 milioni, mentre il costo del personale è aumentato del 3,2% a 157,1 milioni (in presenza di un numero di dipendenti passato da 11.351 a 11.794 unità, con un aumento soprattutto in Asia e Centro-Sud America) ed i costi per servizi del 7,2% a 128,5 milioni. Gli altri costi operativi sono poi balzati del 46,1% a 11,3 milioni, per maggiori differenze cambi negative su operazioni di natura commerciale. Nel complesso l’ebitda si è attestato a 122,4 milioni (+2,6%); su base normalizzata delle voci non ricorrenti si sarebbe passati da 110,3 a 121,1 milioni (+9,8%, +10,4% a cambi costanti). Nel 2023 gli oneri non ricorrenti, pari a 14,9 milioni, hanno riguardato per 8,5 milioni consulenze relative soprattutto alla quotazione di DOMS, e per 5,5 milioni oneri di riorganizzazione, al netto della quota del periodo del piano di incentivazione 2022 – 2026 pari a 0,6 milioni. Dopo ammortamenti passati da 42,2 a 41,9 milioni (e accantonamenti da 4,2 a circa 2 milioni), l’ebit ha raggiunto 78,5 milioni (+7,9%). Su base normalizzata sarebbe passato da 78,7 a 90,3 milioni (+14,7%). Il saldo della gestione finanziaria, negativo per 34,1 milioni nel 2022, come si è detto nel 2023 include i proventi da IPO DOMS per 167,5 milioni ed è stato quindi positivo per ben 130,9 milioni. Al 31/12/2023 l’indebitamento finanziario netto ammontava a 303,4 milioni a fronte dei 438,3 milioni di fine 2022, grazie a un cash flow operativo di 120 milioni e dopo investimenti per 27,9 milioni e dividendi, buy-back e pagamento interessi per 29,8 milioni. Così l’utile ante imposte è balzato da 38,6 a 209,3 milioni; dopo imposte per 30,7 milioni (tax rate in diminuzione dal 21,6% al 14,7%) e l’imputazione a terzi di una quota di utile di competenza passata da 5 a circa 8 milioni, si è giunti a un utile netto di 170,6 milioni, a fronte di 25,3 milioni al 31/12/2022. Su base rettificata l’utile netto sarebbe stato pari a 32,6 milioni, ed avrebbe risentito di maggiori oneri finanziari rispetto al 2022 e di una più elevata incidenza delle minorities. Il dividendo ammonta a 0,12 euro per azione, in pagamento dal 22 maggio 2024.