Italian Exhibition Group

Risultati 2022 - Nonostante ricavi in forte aumento, nel 2022 Italian Exhibition Group ha notevolmente risentito dell’incremento dei costi. Il giro d’affari caratteristico è più che raddoppiato da 71,2 a 156 milioni, ed includendo gli altri proventi (per contro scesi da 31,3 a 5,9 milioni dato che nel 2021 erano presenti contributi Covid per 28,2 milioni) si è giunti a un fatturato complessivo di 161,9 milioni (+58%). La crescita organica è stata del 25,9%, trainata dai maggiori volumi sulle manifestazioni del secondo semestre e in parte da effetti prezzo. Per lo più il forte incremento dei ricavi del gruppo è dovuto alla ripartenza post Covid, con il ripristino di eventi cancellati, sospesi, tenuti in formato digitale o ridotto nel 2021; a ciò si sono aggiunti 4,3 milioni per la biennalità di alcune manifestazioni. I ricavi degli eventi organizzati sono balzati da 38,5 a 88,2 milioni (su base organica l’incremento dei ricavi è stato di 13,5 milioni; quelli degli eventi ospitati (10 manifestazioni) sono saliti del 51% a 3,1 milioni, e quelli da eventi congressuali sono passati da 6,9 a 14,8 milioni (di cui 2,4 da crescita organica). Balzo da 23 a 51,3 milioni anche per i ricavi da servizi correlati (allestimenti, ristorazione e pulizie; la crescita organica è stata di 9,4 milioni), mentre quelli per editoria, eventi sportivi e altre attività sono aumentati solo del 2% a 3,9 milioni. Ma i costi per consumi di materie prime sono anch’essi balzati del 92,9% a 14,6 milioni (soprattutto per maggiori costi di approvvigionamento di materiali), ed il costo del personale ben del 40,4% a 36,5 milioni (in presenza del resto di un numero medio di dipendenti passato da 513 a 593 unità, oltre al minor ricorso agli ammortizzatori sociali e alla presenza delle componenti variabili delle retribuzioni). I costi per servizi sono poi più che raddoppiati da 43,6 a 88,1 milioni (maggiori costi di energia e per trasporti) e gli altri costi operativi, sebbene poco rilevanti, sono anch’essi balzati dell’82,9% a 6,9 milioni. Ne è complessivamente derivato un ebitda in diminuzione del 26,8% a 15,8 milioni; su base adjusted delle voci non ricorrenti invece si sarebbe passati da un valore negativo per 5,7 milioni a uno positivo per 18,1 milioni. Dopo ammortamenti pressochè invariati a 15,2 milioni (mentre gli accantonamenti e svalutazioni sono passati da 3,5 milioni a soli 527.000 euro), l’ebit è sceso ben del 98,8% a soli 35.000 euro. Su base rettificata si sarebbe passati da una perdita operativa di 21,9 milioni a un utile operativo di 2,3 milioni. Il saldo della gestione finanziaria è invece passato da un valore negativo per 3,9 milioni (per la presenza di oneri su Put Options e Earn Out per 1,5 milioni relativi all’Earn Out da corrispondere agli ex soci di HBG e alla rideterminazione dei debiti per put options concessi alle minorities di alcune società controllate, oltre a 1 milione di differenze passive di swap) a uno positivo per 536.000 euro. Al 31/12/2022 l’indebitamento finanziario del gruppo ammontava a 97,6 milioni, in diminuzione rispetto ai 106,3 milioni di fine 2021 grazie alla generazione di cassa operativa. Si è così passati da una perdita ante imposte di poco più di 1 milione a un utile ante imposte di 571.000 euro; dopo imposte per 1,3 milioni (effetto fiscale positivo per 368.000 euro nel 2021) e al netto di una quota di perdita di competenza di terzi passata da 2,3 a 1,5 milioni, si è giunti a un utile netto di 772.000 euro, il 52,9% in meno rispetto agli 1,6 milioni al 31/12/2021.