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RISULTATI 2023 - Chiusura record nel 2023 per Intesa Sanpaolo soprattutto grazie alla favorevole dinamica dei tassi di interesse, oltre a una forte riduzione delle rettifiche su crediti. Difatti gli interessi netti sono balzati del 43,1% a 19.936 milioni, mentre per contro sono diminuite del 6,8%, a 7.801 milioni, le commissioni nette, a seguito di una flessione del 2,8% di quelle da attività di gestione, intermediazione e consulenza (+12,5% per le commissioni da intermediazione e collocamento di titoli, ma -7,4% per le commissioni da risparmio gestito a seguito della diminuzione da 44 a 22 milioni delle commissioni di performance e -4,7% per quelle da prodotti assicurativi), e anche quelle da attività bancaria commerciale sono scese del 3%. Inoltre il saldo della gestione assicurativa è passato da un valore positivo per 5.562 milioni a uno negativo per 3.280 milioni. Così il margine di intermediazione primario si è ridotto del 17% a 21.457 milioni. Ma per contro il saldo della gestione finanziaria è passato da un valore negativo per 5.203 milioni a uno positivo per 3.014 milioni; ed infatti il risultato netto delle attività e passività a fair value è passato da un valore negativo per 5.443 milioni a uno positivo per 2.367 milioni. Nel complesso ne è derivato un margine della gestione finanziaria e assicurativa in aumento del 18,5% a 24.471 milioni. Come si è detto, le rettifiche su crediti sono diminuite da 2.636 a 1.416 milioni; il dato include 206 milioni di riprese di valore relative all’esposizione a Russia e Ucraina e 148 milioni per favorire il de-risking, mentre nel 2022 le rettifiche per esposizioni a Russia e Ucraina erano pari a 1,3 miliardi, oltre a 1,2 miliardi per overlay e per favorire il de-risking, e vi erano 300 milioni di rilasci di rettifiche generiche effettuate nel 2020 per i futuri impatti Covid-19. Gli accantonamenti netti e rettifiche su altre attività sono invece saliti da 270 a 570 milioni, dato che include 114 milioni per l’esposizione a Russia e Ucraina (80 milioni nel 2022). Pertanto il risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa è balzato del 27,8% a 23.026 milioni. I costi operativi sono aumentati solo del 3,6% a 12.578 milioni, e, nel dettaglio, il costo del personale è salito del 5,1% a 6.781 milioni e le altre spese amministrative del 3,1% a 3.002 milioni. Ne è così derivato un risultato operativo netto in crescita del 77.9% a 10.448 milioni. Gli altri proventi netti sono saliti da 202 a 298 milioni, dato che include 192 milioni di plusvalenze derivanti dalla cessione della partecipazione detenuta in Zhang On Management e 116 milioni derivanti dalla cessione del ramo acquiring in Croazia. Nel 2022 il dato includeva 195 milioni di plusvalenze derivanti dalla cessione di Intesa Sanpaolo Formazione ma anche 41 milioni di erogazioni liberali una tantum al personale per mitigare l’impatto dell’inflazione. L’utile ante imposte è così balzato del 76,9% a 10.746 milioni; dopo imposte per 2.994 milioni (tax rate poco variato dal 27,5% al 27,9%), e lo scomputo di una quota di utile di competenza di terzi passato da 23 a 28 milioni, l’utile netto è ammontato a 7.724 milioni, ben il 76,4% in più rispetto ai 4.379 milioni al 31/12/2022. Al 31/12/2023, deducendo dal capitale 2,6 miliardi di acconto dividendi pagato a novembre 2023, nonchè 2,8 miliardi di saldo dividendi 2023, il Common Equity Tier I Ratio è pari al 13,7%. Tenendo conto dell’impatto del buy-back che si intende avviare a giugno 2024, il Common Equity Tier I Ratio sarebbe pari al 13,2%. Dopo l’acconto dividendo di 0,144 euro per azione pagato il 22 novembre 2023, il saldo è di 0,152 euro per azione (per un totale di 0,296 euro per azione), in pagamento dal 22 maggio 2024.