Kme Group Tf 5% St27 Call Eur

RISULTATI 2022 – Pesante rosso per KME nell’esercizio 2023 a causa del saldo della gestione finanziaria. Si tratta del primo esercizio completo di consolidamento delle partecipazioni industriali. Così, i ricavi caratteristici sono balzati del 28,4% a 1.880,5 milioni; di questi, 1.858 sono riferiti al settore Rame (a parità di perimetro tuttavia il comparto avrebbe evidenziato una contrazione del 10,8%), e 22,6 a Culti Milano (-2,1%). Per contro gli altri proventi, sebbene poco rilevanti, sono più che raddoppiati da 10,8 a 25,4 milioni. La variazione delle rimanenze è passata da un valore positivo per 55,8 milioni a uno negativo per 876.000 euro. I costi per consumi di materie prime sono aumentati in misura inferiore ai ricavi (+13% a 1.317,9 milioni) in relazione alla riduzione del prezzo del rame, ma quelli del personale sono balzati del 71,5% a 234,1 milioni, in presenza del resto di un numero medio di dipendenti passato da 1.865 a 3.530 unità a seguito del citato consolidamento delle partecipazioni industriali per l’intero esercizio. I costi per servizi sono anch’essi balzati del 52,5% a circa 252 14,7 milioni, mentre gli altri costi operativi sono diminuiti del 6,8% a 12,2 milioni. Gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni sono passati da 375.000 euro a 1,5 milioni. Nel complesso l’ebitda è balzato del 79,5% a 90,4 milioni. Dopo ammortamenti in aumento da 50,3 a 57,6 milioni, l’ebit è balzato da soli 120.000 euro a 32,8 milioni. Ma come si è detto il saldo della gestione finanziaria è passato da un valore positivo per 15,6 milioni a uno negativo per quasi 71 milioni (di cui 46 riferiti a oneri non ricorrenti ed impatti della valutazione IFRS di rimanenze e contratti a termine). Al 31/12/2023 il gruppo evidenziava un indebitamento finanziario netto di 369,3 milioni, in aumento rispetto ai 267,5 milioni di fine 2022 soprattutto per effetto delle OPA realizzate nel secondo semestre 2023. La società ha intenzione di effettuare il delisting delle proprie azioni e warrant (anche in considerazione del fatto che secondo il management la quotazione sul mercato non consente di valorizzare adeguatamente il gruppo), ed al momento la tempistica dell’operazione, che si svolgerà tramite la fusione di KME nella sua controllata KMH, è in corso di valutazione, dato che il gruppo ha intenzione di dare priorità al completamento di alcune acquisizioni finalizzate al recupero dei volumi di attività, che dovrebbero essere realizzate nella seconda metà del 2024. Così, si è passati da un utile ante imposte di 15,6 milioni a una perdita ante imposte di 46,5 milioni; dopo un effetto fiscale positivo per soli 18.000 euro (lo era per 19,9 milioni nel 2022) e l’imputazione a terzi di una quota di perdita di competenza per 6,1 milioni, si è passati da un utile netto di 35,5 milioni a una perdita netta di 40,3 milioni.