Esprinet

RISULTATI 2023 – Chiusura in rosso nel 2023 per Esprinet a causa di oneri non ricorrenti. Il giro d’affari è del resto sceso del 14,9% a 3.985,2 milioni, per effetto di un calo delle vendite pari al 10% (a 2.467,8 milioni) in Italia, del 22% (a 1.367,6 milioni) in Spagna, del 15% (a 106,9 milioni) in Portogallo, del 34% (a 24,2 milioni) negli altri Paesi UE e del 4% (a 18,7 milioni) nel resto del mondo. Con riferimento alle linee di business, le vendite di Screens (PC, tablet e smartphone) sono diminuite del 22% a 2.128,2 milioni, quelle di Devices dell’11% a 896,1 milioni, i prodotti a marchio proprio del 30% a 40,7 milioni ed i Servizi del 24% a 13,2 milioni, mentre l’area Solutions è salita del 3% a 907 milioni. Considerando infine i segmenti di clientela, le vendite a Retailer ed e-tailer (segmento Consumer) sono diminuite del 27% a 1.342,7 milioni e quelle agli IT Reseller (segmento Business) del 7% a 2.832,1 milioni. Il costo del venduto è sceso in linea con il fatturato (-15,2% a 3.766,7 milioni), dando comunque luogo a una diminuzione dell’utile lordo industriale pari al 10,1% a 218,4 milioni. Le spese generali e amministrative sono aumentate del 2,4% a 103,5 milioni e quelle di vendita del 3,1% a circa 73 milioni. Ma soprattutto nel 2023 sono stati evidenziati oneri non ricorrenti per ben 28 milioni, riferiti per 26,4 milioni alla sottoscrizione da parte della capogruppo dell’accordo tombale con l’Agenzia delle Entrate per risolvere le contestazioni formulate in materia di IVA per i periodi 2013 – 2017, oltre a un accantonamento straordinario su una posizione creditizia per 2,6 milioni e ad oneri di ristrutturazione della struttura direttiva per 1,1 milioni. Così l’ebit si è ridotto dell’80,2% a 14 milioni (su base rettificata del 40% a 44,1 milioni), mentre l’ebitda rettificato è sceso del 29% a 64,1 milioni. Il saldo negativo della gestione finanziaria è poi peggiorato da 7,8 a 19,1 milioni per effetto dello scenario crescente dei tassi di interesse. Al 31/12/2023, però, la società disponeva di una liquidità netta di 21,9 milioni a fronte di un indebitamento finanziario netto di circa 80 milioni a fine 2022. Ciò grazie alle azioni di contenimento del circolante. In ogni caso si è passati da un utile ante imposte di 62,9 milioni a una perdita ante imposte di 5,1 milioni. Dopo imposte passate da 15,5 a 6,8 milioni (tax rate 2022 pari al 24,7%), si è giunti a una perdita netta di 11,9 milioni, a fronte di un utile netto di 47,3 milioni al 31/12/2022. Su base rettificata l’utile netto sarebbe sceso da 49,3 a 24,2 milioni (-50,1%).