Recordati Ord

RISULTATI 2023 - Il gruppo Recordati ha registrato nell’esercizio 2023 una forte crescita di ricavi e margini grazie anche al contributo di Eusa Pharma (acquisita l’1/4/2022), società britannica specializzata nelle malattie rare e oncologiche. Il gruppo ha infatti predisposto dei risultati rettificati per l’impatto degli oneri non ricorrenti. I ricavi consolidati sono saliti del 12,4% a 2.082,3 milioni (+14% a perimetro omogeneo e cambi costanti) grazie al buon andamento di tutte le aree di business. Nel dettaglio il segmento Specialty and Primary Care ha registrato ricavi in crescita dell’8,7% a 1.313,6 milioni (+13,6% a perimetro e cambi costanti; +6,6% escludendo l’impatto della Turchia), grazie al contributo dei ricavi pari a 25,6 milioni per i farmaci Avodart e Combodart/Duodart a seguito dell’accordo commerciale siglato a luglio 2023 con GSK e allo sviluppo nei farmaci antinfluenzali, oltre alla crescita di Eligard. I ricavi del segmento malattie rare sono stati pari a 714,7 milioni (+20% e +14,9% a perimetro omogeneo e cambi costanti), ai quali ha contribuito il portafoglio oncologico raro acquisito (Eusa Pharma) con 200,9 milioni di ricavi (+15,2% su base pro forma) e anche la crescita delle vendite di Signiflor e Isturisia (242,3 milioni +41%) e di Panhematin e Ledaga, compensando l’impatto della concorrenza su Carbaglu in USA e Europa. Il costo del venduto è aumentato in misura superiore ai ricavi (+16,4% a 659,7 milioni), ma in ogni caso l’utile lordo industriale è salito del 10,6% a 1.422,6 milioni. Le spese generali e amministrative sono anch’esse salite del 17,1% a 128,3 milioni, le spese di ricerca e sviluppo del 16,2% a 255,7 milioni e le spese di vendita solo del 2,2% a 472,9 milioni. Inoltre gli oneri non ricorrenti sono diminuiti da 57 a 7,8 milioni (il dato 2022 risentiva dell’acquisizione di Eusa Pharma), e di conseguenza l’ebit ha raggiunto 558 milioni (+27,6%), mentre l’ebit rettificato, al netto dei costi non ricorrenti, è risultato in crescita del 16,9% a 626,6 milioni. L’ebitda ha registrato un progresso del 14,4% a 769,6 milioni. Il saldo negativo della gestione finanziaria è però peggiorato da 35,9 a quasi 67 milioni; al 31/12/2023 l’indebitamento finanziario netto ammontava a 1.579,4 milioni, in aumento rispetto ai 1.419,9 milioni del 31/12/2022, influenzato tra l’altro dal pagamento up-front di 245 milioni relativi all’accordo con GSK per la commercializzazione di Avodart (dutasteride) Combodart/Duodart (dutasteride/tamsuosin); il free cash flow è stato pari a 456 milioni, decisamente superiore a quello al 31/12/2022 (+17 milioni). L’utile ante imposte è comunque aumentato del 22,3% a 491 milioni; dopo imposte per 101,8 milioni (tax rate in diminuzione dal 22,2% al 20,7%), l’utile netto ha raggiunto 389,2 milioni, il 24,6% in più rispetto ai 312,3 milioni al 31/12/2022, e l’utile netto rettificato (esclusi gli ammortamenti e le svalutazioni di attività immateriali e avviamento, gli eventi non ricorrenti, al netto degli oneri fiscali) è passato da 473,3 a 524,6 milioni (+10,8%). Il dividendo complessivo ammonta a 1,2 euro per azione, di cui 0,57 pagati in acconto il 22 novembre 2023, mentre il saldo di 0,63 euro è in pagamento dal 22 maggio 2024.