Recordati Ord

RISULTATI AL 30 GIUGNO 2024 - Il gruppo Recordati ha registrato nel primo semestre 2024 una crescita di ricavi e dell’ebit, mentre il risultato netto reported rimane sostanzialmente stabile rispetto al primo semestre 2023. Il gruppo ha predisposto dei risultati rettificati per l’impatto degli oneri non ricorrenti e dei costi non monetari. I ricavi consolidati sono saliti del 13,5% a 1.185,7 milioni (+10,2% a perimetro omogeneo e cambi costanti) grazie al buon andamento di tutte le aree di business. In particolare le vendite Farmaceutiche sono aumentate del 13,9% a 1.154,2 milioni e quelle dei prodotti chimici dell’1,9% a 31,5 milioni. Nel dettaglio, con riferimento alla Farmaceutica, il segmento Specialty and Primary Care ha registrato ricavi in crescita del 12,8% a 754,8 milioni (+7,6% a perimetro e cambi costanti; +2,2% escludendo l’impatto della Turchia), grazie al contributo dei ricavi per 57,3 milioni dei farmaci Avodart e Combodart/Duodart e allo sviluppo del franchise Urologia con la crescita a doppia cifra di Eligard. I ricavi del segmento malattie rare sono stati pari a 399,3 milioni (+15,9% sia reported sia a cambi costanti), ai quali ha contribuito il portafoglio franchise Oncologia ed Endocrinologia, con ricavi rispettivamente pari a 117,2 milioni (+22,7%), trainato da Qarziba e Sylvant, e a 152,9 milioni (+38,3%) con il buon andamento di Signifor e Isturisa. Le vendite di farmaci negli USA sono salite del 22% a 184,1 milioni, in Italia dell’11,9% a 176,3 milioni, in Spagna del 42,6% a 109,4 milioni, in Germania del 4,3% a 81,4 milioni, in Russia, Paesi CIS e Ucraina dell’1,9% a 71,8 milioni, in Turchia del 55,6% a 70 milioni, in Portogallo del 10,2% a 32,6 milioni, nel resto dell’Europa centrale dell’11,5% a 82 milioni, nel resto dell’Europa occidentale del 14,9% a 81,4 milioni, in Nord Africa del 14,1% a 24,3 milioni e nel resto del mondo del 4,7% a 150,5 milioni. In lieve flessione solo la Francia (-5,6% a 90,3 milioni). Per quanto riguarda i farmaci più importanti del gruppo, le vendite di Zanidip e Zanipress sono diminuite del 2,1% a 101,4 milioni, ma quelle di Eligard sono salite del 16,5% a 64 milioni, quelle di Seloken/Selolen ZOK/Logimax dell’8,4% a 53,1 milioni, quelle di Urorec dell’11,7% a 40 milioni, quelle di Livazo del 10,7% a 27,1 milioni e quelle degli altri farmaci del gruppo (inclusi gli OTC) del 2,1% a 182,8 milioni. E si sono aggiunte le vendite di Avodart e Combodart/Duodart per 57,3 milioni. Infine le vendite di farmaci per malattie rare sono salite del 15,9% a 399,3 milioni. Il costo del venduto del gruppo è aumentato in misura superiore ai ricavi (+23,1% a 383,9 milioni), ma comunque l’utile lordo industriale è salito del 9,5% a 801,8 milioni. In crescita del 19,2% a 73,7 milioni le spese generali e amministrative, del 16,9% a 139,2 milioni quelle di ricerca e sviluppo e del 6% a 247,7 milioni quelle di vendita. Gli altri costi operativi, poco rilevanti, sono scesi del 34,9% a 2,7 milioni. L’ebit ha così raggiunto 338,5 milioni (+8%), anche grazie ai minori oneri non ricorrenti, pari a 2,4 milioni (3,9 milioni nel primo semestre 2023) e nonostante il maggiore impatto di costi non monetari pari a 27 milioni derivanti dall’allocazione della PPA di Eusa Pharma (20,9 milioni un anno prima), mentre l’ebit rettificato, al netto dei costi non ricorrenti, è risultato in crescita del 9,5% a 370,4 milioni. L’ebitda ha registrato un progresso dell’11,5% a 452,9 milioni (nonostante ammortamenti e svalutazioni passati da 67,9 a 85 milioni, di cui 12,6 relativi a prodotti GSK e 4,5 alle svalutazioni di Ledaga e REC-0559), e l’ebitda margin è risultato pari al 38,2% (38,9% un anno prima). Il saldo negativo della gestione finanziaria è peggiorato da 24,5 a 46,8 milioni, di cui 7,5 milioni per perdite su cambi. Al 30/6/2024 l’indebitamento finanziario netto ammontava a 1.482 milioni, in calo rispetto a 1.579,4 milioni del 31/12/2023; il free cash flow è stato pari a 256,6 milioni, 5,1 milioni in meno rispetto al 30/6/2023. L’utile ante imposte si è così attestato a 291,7 milioni (+1%); dopo imposte passate da 61,3 a 66,4 milioni (tax rate salito dal 21,2% al 22,8%), l’utile netto si è attestato a 225,4 milioni, l’1% in meno rispetto ai 227,6 milioni al 30/6/2023, mentre l’utile netto rettificato (esclusi gli ammortamenti e le svalutazioni di attività immateriali e avviamento e gli eventi non ricorrenti, al netto degli oneri fiscali) è invece salito del 4,7%, passando da 287,4 a 301 milioni.