Visibilia Editore

RISULTATI 2023 - La società di revisione RSM ha dichiarato l’impossibilità di esprimere un giudizio sul bilancio 2023 di Visibilia Editore a causa di molteplici e significative incertezze sul presupposto della continuità aziendale, tra le quali la realizzazione della manovra di rafforzamento patrimoniale, e dato che, a fine 2023, la società ha presentato istanza di apertura della composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa di cui al D.Lgs. 14/2019 (Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza), è necessario che i creditori aderiscano alle proposte in merito all’ammontare e alle modalità di pagamento del debito. La società viene gestita da un amministratore giudiziario che è stato nominato dal Tribunale di Milano il 29 febbraio 2024. Nel 2023 i ricavi caratteristici sono scesi del 6% a 3,7 milioni e gli altri proventi del 6,5% a 275.000 euro, di cui però circa 202.000 riferiti al credito d’imposta carta e distribuzione per l’anno 2022. Il valore della produzione è così diminuito del 6% a circa 4 milioni. Il costo del personale si è ridotto ben del 72,7% a 155.000 euro e gli altri costi operativi del 37,9% a 396.000 euro, mentre i costi per servizi sono ammontati a circa 3,9 milioni (+0,7%). Pertanto l’ebitda negativo si è ridotto del 44,3% a 467.000 euro; va però sottolineato che tra i costi del 2023 ve ne sono di non ricorrenti per circa 317.000 euro, di cui 34.000 riferiti alla procedura di composizione negoziata della crisi, 33.000 a sanzioni amministrative INPGI e INPS e circa 250.000 a sopravvenienze passive per quadrature con i debiti previdenziali. Nel 2023 e 2022 non sono presenti ammortamenti (la società si è avvalsa dell’apposita deroga concessa dall’art. 3 del D.L. 198/2022), ma gli accantonamenti e svalutazioni sono balzati da 259.000 euro a 3,3 milioni, di cui 2,2 riferiti a svalutazioni delle immobilizzazioni immateriali iscritte in bilancio per le quali si prevede una perdita durevole di valore (fra l’altro la svalutazione delle licenze è ammontata a 734.000 euro, quella dei marchi a 715.000 euro, quella dell’avviamento a 333.000 euro, quella di altre immobilizzazioni immateriali a 313.000 euro e quella delle spese di costituzione e modifiche statutarie a 143.000 euro). Inoltre sono stati stanziati 360.000 euro per la prevista sanzione per mancato rispetto della normativa D.Lgs. 231/01 (responsabilità per illeciti amministrativi), 267.000 euro per la valorizzazione delle sanzioni e degli interessi relativi ai debiti di natura previdenziale non pagati, 377.000 euro per la valorizzazione delle sanzioni e degli interessi relativi ai debiti di natura tributaria non pagati e circa 50.000 euro per altri contenziosi in essere. La perdita operativa è pertanto più che triplicata, passando da 1,1 a 3,8 milioni. Il saldo negativo della gestione finanziaria, poco rilevante, è migliorato, scendendo da 188.000 a 48.000 euro; al 31/12/2023 però l’indebitamento finanziario netto era pari a 869.000 euro. La perdita ante imposte è comunque balzata da 1,29 a 3,8 milioni. Dopo imposte passate da 16.000 a 141.000 euro, la perdita netta ha infine sfiorato 4 milioni, a fronte di 1,3 milioni al 31/12/2022.