Acea

RISULTATI 2023 – Scendono i ricavi ma salgono i margini di Acea nell’esercizio 2023 (ad eccezione dell’utile ante imposte). I ricavi caratteristici sono diminuiti del 10,6% a 4.430,3 milioni, a seguito della forte flessione dei prezzi sui mercati energetici; infatti i ricavi relativi alle aree Acqua Italia, Reti e Smart Cities e Ambiente sono per contro saliti del 6% a 2,4 miliardi. Gli altri proventi sono invece aumentati del 21% a 219,1 milioni. I costi per consumi di materie prime sono poi diminuiti in misura superiore ai ricavi (-25,9% a 2.054,5 milioni), sempre in relazione al calo dei prezzi dell’energia. Per contro il costo del personale è salito del 9,6% a 334,5 milioni (in presenza di un numero medio di dipendenti passato da 10.211 a 10.348 unità), ed i costi per servizi ben del 16,5% a 672,4 milioni, mentre gli altri costi operativi si sono attestati a 211,6 milioni (+1,6%). Gli altri proventi si sono pressochè dimezzati (-48,4% a 14,4 milioni). Nel complesso l’ebitda è salito del 6,6% a 1.390,9 milioni; di questi 743,9 si riferiscono al settore Acqua Italia (+11,2% grazie alla crescita organica ed all’acquisizione di ASM Terni che ha contribuito per 10 milioni), 375,4 al settore Reti e Smart Cities (+6,6% trainato dallo sviluppo organico degli investimenti) e 84,4 all’Ambiente (-16,9%; ciò a seguito dei minori prezzi di cessione dell’energia da parte dei WTE, dei minori margini derivanti dalle attività di compostaggio e dal fatto che il 2022 beneficiava per 11 milioni dei proventi da vendita di CO2 per l’impianto WTE di Terni, mentre vi è stato l’ingresso di Tecnoservizi e CIRSU che hanno contribuito per 13 milioni). Su base ricorrente l’ebitda del gruppo è salito del 7% a 1.347 milioni e, con riferimento al 2023, la rettifica riguarda l’iscrizione del premio per la qualità tecnica nell’area Acqua relativamente al biennio 2020 – 2021 (28 milioni) e la variazione di perimetro per 26 milioni, mentre nel 2022 la rettifica aveva riguardato l’iscrizione del premio per la qualità tecnica nell’area Acqua relativamente al biennio 2018 – 2019 (26 milioni) e la citata vendita di quote di CO2 (11 milioni). Dopo ammortamenti in aumento da 594,6 a 651,8 milioni a seguito degli investimenti dell’esercizio e dell’entrata in esercizio di cespiti precedentemente in costruzione (mentre gli accantonamenti sono passati da 144,5 a 126,7 milioni), l’ebit ha raggiunto 612,3 milioni (+8,2%). Il saldo negativo della gestione finanziaria è decisamente peggiorato, balzando da 67,9 a 137,1 milioni; ciò a seguito del rialzo dei tassi di interesse e dell’emissione obbligazionaria da 700 milioni effettuata a inizio 2023. Inoltre al 31/12/2023 l’indebitamento finanziario netto ammontava a 4.846,8 milioni a fronte di 4.439,7 milioni a fine 2022, a seguito degli investimenti per 1.142,7 milioni, di cui 682,4 destinati al settore Acqua Italia, 299,6 alle Reti e Smart Cities, 38,9 all’Ambiente, 41,1 alla Produzione, 50,2 al Commerciale, 50,2 ad altri business (Acqua Estero, Ingegneria) e 30,5 al Corporate. E così l’utile ante imposte è sceso del 4,6% a 475,2 milioni; ma dopo imposte per 147,8 milioni (tax rate in diminuzione dal 37,5% al 31,1%) e al netto di una quota di utile di competenza di terzi quasi invariata a 31,5 milioni, l’utile netto è ammontato a 293,9 milioni, il 5,1% in più rispetto ai 279,7 milioni al 31/12/2022. Il dividendo ammonta a 0,88 euro per azione, in pagamento dal 26 giugno 2024.