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RISULTATI 2019 – Pressochè invariato nell’esercizio 2019 il rosso di Class Editori. I ricavi complessivi sono però saliti da 73,2 a 80,1 milioni (+9,4%); va rilevato che i risultati includono Gambero Rosso per l’intero esercizio, mentre nel 2018 solo per sette mesi. I ricavi pubblicitari sono scesi del 3,7% a 35,1 milioni, per effetto del calo della pubblicità finanziaria; quelli da vendita di news e information services si sono attestati a 19,1 milioni (+0,4%) grazie a un lieve miglioramento dei ricavi da diffusione cartacea e digitale, oltre all’incremento dei ricavi della controllata Assinform; per contro si è risentito degli effetti dei risparmi posti in essere dagli istituti bancari nel settore dell’information services per effetto di operazioni di concentrazione e fusioni bancarie. Gambero Rosso, che nei 7 mesi del 2018 aveva contribuito con un fatturato di 9,5 milioni, ha registrato nel 2019 ricavi pari a 16,3 milioni. Gli altri ricavi sono saliti del 9,6%, passando da 7,7 a 8,5 milioni, e sono fra l’altro riferiti alle prestazioni per servizi erogate dalla casa editrice alle società collegate. I costi per consumi di materie prime sono rimasti quasi invariati (+0,8% a 2,9 milioni), così come gli altri costi operativi (-0,2% a 3,2 milioni), mentre sono scesi del 3,3%, a 49,3 milioni, i costi per servizi (in particolare i costi della produzione si sono ridotti del 7,1% a 16,5 milioni e gli altri costi del 14,1% a 8,5 milioni, mentre sono rimasti stabili a 17,3 milioni i costi commerciali e di pubblicità ed i costi redazionali sono balzati del 21,5% a 4,7 milioni). Invece il costo del personale è aumentato del 7,1% a 18,1 milioni (in presenza però di un numero medio di dipendenti passato da 358 a 348 unità). L’ebitda è nel complesso passato da un valore negativo per 712.000 euro a uno positivo per 6,6 milioni. Gli ammortamenti, per effetto del principio contabile IFRS 16, sono balzati da circa 6 a 8,7 milioni, mentre gli accantonamenti sono passati da 1,4 a 1,1 milioni; il 2018 aveva però beneficiato di proventi non ricorrenti per 4,9 milioni riferiti per lo più alla plusvalenza realizzata in sede di cessione da parte della controllata E-Class a CFD del ramo aziendale inerente la fornitura di informazioni finanziarie al sistema bancario, mentre nel 2019 vi sono stato oneri non ricorrenti per 0,1 milioni. La perdita operativa è rimasta pressochè stabile (+1,1% a 3,2 milioni). Il saldo negativo della gestione finanziaria è peggiorato, passando da 2,7 a 3,5 milioni; al 31/12/2018 il gruppo evidenziava un indebitamento finanziario netto di 89,8 milioni, in aumento rispetto ai 72,3 milioni di fine 2017 principalmente a seguito dell’adozione del principio contabile IFRS 16 che ha dato luogo a un incremento del debito di circa 19 milioni. Pertanto la perdita ante imposte è salita da 5,9 a 6,8 milioni (+13,7%); dopo imposte in diminuzione da 1,9 a 1,4 milioni e al netto di una quota di utile di competenza di terzi passata da 0,5 a 0,1 milioni, la perdita netta è ammontata a 8,2 milioni, l’1,5% in meno rispetto agli 8,4 milioni al 31/12/2018. Non considerando in entrambi gli esercizi le componenti non ricorrenti, quelle non monetarie (come le imposte) e gli effetti dell’IFRS 16, la perdita netta del gruppo sarebbe scesa da 11,4 a 6,3 milioni (-44,9%).