Danieli & C

RISULTATI AL 30 GIUGNO 2023 - Risultati positivi per Danieli nell’esercizio al 30/6/2023. Il giro d’affari è salito del 13,4% a 4.102,1 milioni, trainato dal settore Plant Making (ingegneria e costruzione impianti per la produzione di acciaio e alluminio), con ricavi saliti del 33,8% a 1.940,8 milioni per effetto di buoni volumi e di un contesto di prezzi crescenti. Invece il settore Steel Making (produzione di acciaio) ha evidenziato una flessione del 10,4% a 1.504,5 milioni, ma va ricordato che nell’ultimo trimestre dell’esercizio precedente tale comparto aveva beneficiato di una congiuntura positiva straordinaria non ripetibile (re-stocking di molti clienti a prezzi elevati). Con riferimento alle diverse aree geografiche, il giro d’affari del gruppo in Europa è sceso del 2% a 2.437,3 milioni, mentre è salito in tutte le altre aree geografiche: dell’81,4% a 286 milioni nel Middle East, del 76,6% a 813,2 milioni nelle Americhe e del 10,2% a 565,6 milioni nel Sud-Est asiatico. Ovviamente la lieve flessione in Europa è dovuta alla maggiore incidenza del comparto Steel Making. I costi per consumi di materie prime sono saliti del 12,1% a 2.102,1 milioni, quelli del personale dell’8,7% a 516,5 milioni (in presenza di un numero di dipendenti passato da 9.095 a 9.732 unità), i costi per servizi del 14,4% a 972,6 milioni (in particolare maggiori costi di lavorazioni e prestazioni da terzi, spedizioni e trasporti e spese di viaggio e soggiorno) e gli altri costi operativi del 28,6% a 127,6 milioni. Ne è complessivamente derivato un ebitda in aumento del 20,2% a 383,2 milioni, con un balzo del 52%, a 253 milioni, per quello del settore Plant Making, mentre quello del comparto Steel Making è sceso dell’11,4% a 170,9 milioni. Gli ammortamenti sono lievemente saliti da 109,4 a 118,2 milioni, e così l’ebit è aumentato del 26,5% a 265,1 milioni; quello del settore Steel Making è però diminuito del 10,7% a 104,1 milioni, mentre quello del settore Plant Making è balzato del 73,1% a 161 milioni. Il saldo della gestione finanziaria è rimasto positivo, ma il valore è sceso da 77,6 a 31,5 milioni soprattutto in relazione a oneri su cambi. Al 30/6/2023 il gruppo disponeva di una liquidità netta di 1.602,5 milioni, in aumento rispetto ai 1.206,4 milioni alla stessa data del 2022. L’utile ante imposte si è pertanto attestato a 297,2 milioni (+0,5%); dopo imposte per 55,9 milioni (tax rate in diminuzione dal 23% al 18,8%), utili da attività in dismissione per 2,4 milioni (contro perdite per 8,6 milioni, il tutto riferito al tubificio ESW il cui programma di chiusura e messa in sicurezza si è concluso) e lo scomputo di una quota di utile di competenza di terzi passata da 377.000 a soli 14.000 euro, si è giunti a un utile netto di 243,6 milioni, l’11,4% in più rispetto ai 218,7 milioni al 30/6/2022. In particolare l’utile netto del settore Plant Making è aumentato dell’11,1% a 143,6 milioni e quello del settore Steel Making dell’11,9% a 100 milioni. Il dividendo ammonta a 0,31 euro per azione ordinaria e 0,3307 euro per azione di risparmio, in pagamento dal 22 novembre 2023.