De'longhi

RISULTATI 2023 – Andamento decisamente positivo per De’ Longhi nell’esercizio 2023 nonostante una lieve flessione del giro d’affari. Il fatturato complessivo si è infatti attestato a 3.075,9 milioni (-2,6%), ma essenzialmente per l’effetto cambi in quanto a cambi costanti la contrazione sarebbe stata dello 0,2%. In Europa le vendite sono salite dell’1,7% (+3,1% a cambi costanti) a 1.907,1 milioni, con una flessione dell’1,6% (-1,9% a cambi costanti) a 1.109,4 milioni per l’Europa sud-occidentale, mentre l’Europa nord-orientale ha evidenziato una crescita del 6,8% (+10,7% a cambi costanti) a 797,1 milioni, trainata da Regno Unito, Benelux, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. In America i ricavi sono scesi del 12,2% (-9,7% a cambi costanti) a 547 milioni, soprattutto per la negativa performance del condizionamento mobile e delle macchine da caffè a capsule. Nell’area MEIA (Medio Oriente, India e Africa) lo sfidante contesto macroeconomico ha dato luogo a una diminuzione dei ricavi pari all’11,3% (-7,9% a cambi costanti) a 174,4 milioni. Infine in Asia-Pacific la riduzione del fatturato è stata del 3,6% a 447,4 milioni (ma +2,4% a cambi costanti). Per quanto riguarda le diverse linee di prodotto, il comparto delle macchine per caffè ad uso domestico ha complessivamente evidenziato ricavi stabili, mentre è risultato in discesa quello della Nutrition e preparazione cibi. Bene il comparto Home Care (pulizia domestica e stiro), mentre come si è detto quello del Comfort è stato come si è detto condizionato dalla decisione del gruppo di uscire dal mercato americano dei condizionatori portatili. Molto bene le macchine per caffè professionali di Eversys, con un fatturato balzato di oltre il 30%. La variazione negativa delle rimanenze è passata da 235,7 a soli 23,6 milioni. I costi per consumi di materie prime sono aumentati del 10,4% a 1.312,3 milioni ed il costo del personale del 10,2% a 393,2 milioni (in presenza del resto di un numero di dipendenti passato da 8.555 a 9.837 unità), mentre i costi per servizi sono diminuiti del 10,7% a 827,8 milioni per la decisione di ridurre gli investimenti in media e comunicazione. Gli altri costi operativi si sono attestati a 81,2 milioni (-0,5%). Così l’ebitda è salito del 18,5% a 437,8 milioni; su base rettificata sarebbe ammontato a 444,2 milioni (oneri non ricorrenti 2023 pari a 5,5 milioni, mentre nel 2022 vi erano stati proventi non ricorrenti per 8,3 milioni). Dopo ammortamenti in lieve aumento da 105,8 a 108,2 milioni, l’ebit ha raggiunto 329,6 milioni (+25,1%). Il saldo negativo della gestione finanziaria è poi decisamente migliorato, scendendo da 22,5 a soli 2,3 milioni, in presenza al 31/12/2023 di una liquidità netta di 528,1 milioni, in forte aumento rispetto ai 174,7 milioni di fine 2021 grazie a un free cash flow positivo per 363,8 milioni dopo aver scontato investimenti per 132,3 milioni e il pagamento di un monte dividendi di per 88,2 milioni. Così l’utile ante imposte è balzato del 37,4% a 327,3 milioni e, dopo imposte per 76,9 milioni (tax rate in lieve diminuzione dal 24,5% al 23,5%), si è giunti a un utile netto di 250,4 milioni, il 41,1% in più rispetto ai 177,4 milioni al 31/12/2022. Il dividendo ammonta a 0,67 euro per azione, in pagamento dal 22 maggio 2024.