Edison R

RISULTATI 2023 – Forte crescita dei margini di Edison nell’esercizio 2023 nonostante la contrazione dei ricavi. Il giro d’affari è infatti sceso del 39,2% a 18.436 milioni, in presenza di una riduzione dei ricavi della Filiera Attività Gas pari al 47,8% a 12.132 milioni (contrazione dei volumi di vendita e diminuzione dei prezzi), ed anche quelli della Filiera Energia Elettrica sono scesi del 16,1% a 8.335 milioni soprattutto per una diminuzione del 9,3% della produzione termoelettrica; bene invece l’apporto delle rinnovabili (+63,4% la produzione idroelettrica e +14,7% quella eolica e fotovoltaica grazie all’entrata in esercizio di nuovi impianti, la maggiore ventosità e l’ingresso nel gruppo da luglio 2022 di Winbis Srl e Cerbis Srl). Gli altri ricavi, meno rilevanti, sono invece balzati del 38,5% a 216 milioni. Ma i costi per consumi di materie prime, in relazione alla normalizzazione dei costi energetici, si sono ridotti in misura più che proporzionale (-45,6% a 15.278 milioni). Per contro il costo del personale è salito del 15,4% a 420 milioni, del resto in presenza di un numero di dipendenti passato da 5.760 a 5.957 unità anche per le citate acquisizioni. I costi per servizi sono anch’essi aumentati del 18,3% a 840 milioni e gli altri costi operativi del 27,5% a 306 milioni. Nel complesso l’ebitda è balzato del 71,2% a 1.808 milioni, ed ha beneficiato di un positivo contributo delle attività rinnovabili (nel 2022 l’idroelettrico aveva risentito di un’idraulicità notevolmente alle medie storiche; sono poi salite anche le attività di compravendita di energia rinnovabile a medio-lungo termine con soggetti terzi); bene anche le attività Downstream ed in particolare il settore Gas and Power che nel 2022 era stato penalizzato dal rialzo dei prezzi di vendita a tutela dei clienti finali, e i servizi energetici e ambientali hanno visto un miglioramento della performance nel segmento della Pubblica Amministrazione oltre a beneficiare dell’ampliamento di perimetro. Le attività Gas hanno invece risentito della mancata consegna di GNL dagli USA, ma hanno beneficiato delle azioni di ottimizzazione del portafoglio. Dopo ammortamenti in aumento da 383 a 451 milioni (ma soprattutto svalutazioni balzate da 117 a 561 milioni di cui 508 riferite alle attività di rigenerazione territoriale nelle aree degli stabilimenti ex Montedison), l’ebit è comunque balzato del 43,2% a 796 milioni. Il saldo positivo della gestione finanziaria è sceso da 67 a 48 milioni; al 31/12/2023 il gruppo disponeva però di liquidità netta per 286 milioni, a fronte di un indebitamento finanziario netto di 477 milioni a fine 2022, essenzialmente grazie ai flussi di cassa generati dalla gestione operativa. In ogni caso l’utile ante imposte è salito del 32,8% a 790 milioni e, dopo imposte per 208 milioni (tax rate in diminuzione dal 74,3% al 26,3% dato che il 2022 includeva le maggiori imposte derivanti dalle misure sul “caro energia”), un contributo di attività in cessione passato da 29 a 14 milioni e l’imputazione a terzi di una quota di utile di competenza passata da 31 a 81 milioni, l’utile netto ha raggiunto 515 milioni, oltre il triplo rispetto ai 151 milioni al 31/12/2022. Il dividendo ammonta a 0,105 euro per azione di risparmio e 0,075 euro per azione ordinaria non quotata), in pagamento dal 24 aprile 2024.