Energy

RISULTATI 2022 - Energy, quotata all’Euronext Growth Milan dal 1° agosto 2022, ha chiuso il primo esercizio di quotazione con risultati molto brillanti. Difatti i ricavi caratteristici sono balzati da 51,5 a 126,5 milioni, trainati dalla domanda di accumulatori di energia a livello nazionale sia per effetto del Superbonus 110% sia per maggiori vendite verso i clienti di grandi dimensioni (distributori generalisti). In particolare le vendite in Italia sono balzate da 44,8 a 107,3 milioni e quelle nell’area UE da 5,8 a 18,3 milioni, mentre quelle nell’area extra UE, poco rilevanti, sono scese del 5% a 0,9 milioni. I prodotti della categoria Small and Large Scale hanno generato ricavi più che raddoppiati da 50,7 a 122,2 milioni, e quelli Extra Large sono balzati da 804.000 euro a 4,2 milioni. Per quanto riguarda i diversi canali di vendita, le vendite effettuate tramite distributori specialisti sono balzate da 21,4 a 41,5 milioni (+94%), quelle tramite VAR sono più che raddoppiate da 18,1 a 40,5 milioni, quelle tramite distributori generalisti sono passate da 8,5 a ben 38,6 milioni e quelle tramite EPC/Altro da 3,4 a 5,9 milioni (+72%). Sono stati venduti 18.851 sistemi di accumulo (9.150 nel 2021), per una potenza complessiva passata da 56 a 104 MW. Gli altri proventi, poco rilevanti, sono anch’essi quasi raddoppiati (+98,4% a 375.000 euro), così come i costi per consumi di materie prime, balzati da 38,2 a 87,1 milioni; ancor più accentuata la crescita dei costi per servizi (da 1,9 a 5,8 milioni). Il costo del personale è salito del 75,7% a 1,9 milioni, in presenza del resto di un numero di dipendenti passato da 24 a ben 80 unità. Gli altri costi operativi sono poi aumentati del 77,8% a 441.000 euro, e gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni sono passati da 39.000 a 441.000 euro. Nel complesso l’ebitda è più che triplicato da 10,4 a 32,3 milioni; e dopo ammortamenti (poco rilevanti) in aumento da 279.000 a 595.000 euro, nonché svalutazioni scese da 20.000 a 4.000 euro, l’ebit è balzato da 10,1 a 31,6 milioni. Il saldo negativo della gestione finanziaria (anch’esso di modesto ammontare) è peggiorato da 173.000 a 586.000 euro; al 31/12/2022 la società evidenziava un indebitamento finanziario netto di 8,2 milioni, in forte aumento rispetto ai 2,9 milioni di fine 2021 per effetto dell’assorbimento di cassa da parte del circolante, nonostante i proventi dell’IPO, in quanto le rimanenze sono passate da 6,7 a 61,3 milioni a seguito di acquisti di materie prime per 137,5 milioni finalizzati a minimizzare il rischio di sottoscorta derivante da tempistiche irregolari di consegna legate alla supply chain, nonché a tutelare la società da ulteriori aumenti di costi previsti nel 2023. L’utile ante imposte è in ogni caso balzato da quasi 10 a circa 31 milioni. Dopo imposte per 8,4 milioni (tax rate poco variato al 27%), si è giunti a un utile netto di 22,6 milioni, a fronte di 7,4 milioni al 31/12/2021.