Ivs Group

RISULTATI 2022 - Risultati positivi nel nell’esercizio 2022 per IVS Group anche grazie all’ampliamento del perimetro del gruppo. Difatti il giro d’affari complessivo è balzato ben del 52,3% a 542,1 milioni (+53,4% a 508,7 milioni per i ricavi caratteristici e +37,7% a 33,4 milioni per gli altri proventi). Va detto che tale incremento è in gran parte dovuto all’ingresso nel gruppo, dall’1/7/2022, di Liomatic, GeSA e Vendomat. Le attività di gestione vending hanno evidenziato un incremento dei ricavi del 33,1% a 417,4 milioni, di cui 344,8 in Italia, 38,6 in Francia, 30,2 in Spagna e 3,8 in altri mercati europei. Il nuovo settore delle attività di rivendita, derivante dalle acquisizioni, ha contribuito per 66,5 milioni, e analogamente il settore delle attività Ho.Re.Ca. ha contribuito per 10,4 milioni. La divisione Coin ha infine visto salire i ricavi del 21,3% a 29,1 milioni anche per effetto dell’acquisizione del gruppo N-And specializzato nella produzione e vendita di schermi touch principalmente destinati al vending e all’ottimizzazione di user interface digitali. Complessivamente, l’apporto in termini di ricavi delle 16 acquisizioni effettuate dal gruppo nel 2022 è stato pari a 148,7 milioni. Il prezzo medio delle erogazioni nel vending (al netto dell’IVA) è stato di 50,46 centesimi, a fronte di 48,04 centesimi della sola IVS Group ante acquisizioni nel 2021; nel 2022 il numero totale di erogazioni è stato pari a 827,2 milioni, con un apporto delle nuove società pari a 130,8 milioni di erogazioni e una crescita organica di IVS Group del 6,3%. I costi per consumi di materie prime sono però più che raddoppiati (da 85,2 a 172,2 milioni), mentre inferiore è stato l’incremento del costo del personale (+34% a 143,1 milioni, in presenza del resto di un numero di dipendenti passato da 2.688 a 3.953 unità per l’ampliamento del gruppo). Analoga situazione per i costi per servizi (+55% a circa 60 milioni, per maggiori costi di carburante, energia e per interventi tecnici) e per gli altri costi operativi (+37,5% a 75,9 milioni). In ogni caso l’ebitda è balzato del 30,3% a 91 milioni (su base rettificata sarebbe passato da 72,7 a 92,1 milioni, +26,6%). Dopo ammortamenti in aumento da 59,6 a 69,1 milioni per l’allocazione di elementi emersi dalle acquisizioni, l’ebit è più che raddoppiato da 10,2 a 21,9 milioni (su base rettificata sarebbe passato da 13,1 a 23 milioni, +75,1%). Il saldo negativo della gestione finanziaria è lievemente peggiorato da 14,3 a 15,2 milioni. Del resto al 31/12/2022 l’indebitamento finanziario netto ammontava a 417,4 milioni, in forte aumento rispetto ai 303,1 milioni di fine 2021 a seguito delle acquisizioni effettuate, oltre all’assunzione dei debiti finanziari delle società acquisite alla data del closing per circa 62,9 milioni, a investimenti tecnici netti per 40,1 milioni e al pagamento di un monte dividendi di 10 milioni. Si è così passati da una perdita ante imposte per 4,1 milioni a un utile ante imposte di 6,8 milioni e, dopo un effetto fiscale positivo passato da 9,9 milioni a 855.000 euro e l’imputazione a terzi di una quota di utile di competenza passata da 494.000 euro a 1,4 milioni, si è giunti a un utile netto di 6,2 milioni, il 16,4% in più rispetto ai 5,4 milioni al 31/12/2021. Il dividendo ammonta a 0,11 euro per azione, in pagamento dal 26 luglio 2023.