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RISULTATI AL 30 GIUGNO 2020 - Buon andamento degli ordini per Leonardo nel primo semestre dell’anno grazie all’apporto del segmento militare/governativo, ma l’impatto della pandemia pesa sui risultati del periodo. Gli ordini raccolti nei primi sei mesi del 2020 ammontano a 6.104 milioni, sostanzialmente in linea con il corrispondente periodo dell’anno prima, grazie alla performance degli Elicotteri (+48%) che ha assorbito la flessione dell’Elettronica per la Difesa e Sicurezza e dell’Aeronautica, dopo le forti acquisizioni nel 2019. Il portafoglio ordini al 30 giugno 2020 raggiunge 35.920 milioni e assicura una copertura in termini di produzione pari a circa 2,5 anni. Il giro d’affari del semestre si mantiene sostanzialmente stabile a 5.878 milioni (-1,4%), grazie alla crescita dei volumi sul programma EFA Kuwait dei velivoli e di Leonardo RDS che hanno contrastato i rallentamenti nelle consegne negli Elicotteri, da attribuire principalmente agli effetti della pandemia. Nello specifico sono aumentati i ricavi del comparto Elettronica per la Difesa e Sicurezza (+1,3% a 2.897 milioni) e quelli dell’Aeronautica (+8,9% a 1.513 milioni), mentre flettono quelli degli Elicotteri (-10,7% a 1.693 milioni).Nella gestione in esame i costi operativi nel complesso sono incrementati (+2,4%), gli oneri non ricorrenti sono saliti a 45 milioni da 4 milioni l’anno prima, e quelli di ristrutturazione sono passati da 7 a 6 milioni. Così l’Ebitda è diminuito del 27,7% passando da 714 a 516 milioni, e dopo ammortamenti e svalutazioni passati da 286 a 265 milioni, l’Ebit si è attesta a 251 milioni, il 41,4% in meno rispetto all’anno prima, a causa degli effetti legati al COVID-19. Sensibile aumento per gli oneri finanziari netti, passati da 124 a 139 milioni; al 30/06/2020 l’indebitamento finanziario netto ammontava a quasi 5,1 miliardi, contro i 2,8 miliardi di fine 2019, principalmente per l’andamento negativo del FOCF che sconta il pagamento del dividendo e l’impatto delle acquisizioni. Inoltre il risultato delle partecipate strategiche valutate a patrimonio netto è negativo per 24 milioni, rispetto al positivo per 34 milioni dell’anno prima. Il semestre si è chiuso con un utile netto di gruppo di 59 milioni, rispetto all’utile di 349 milioni registrato un anno prima, che recepiva 97 milioni di proventi delle attività discontinue e straordinarie. RISULTATI 2019 - Prosegue la crescita a doppia cifra di ricavi e margini per il gruppo Leonardo nel 2019 e distribuisce agli azionisti un dividendo di 0,14 euro per azione (come l’anno prima) in pagamento dal 24 giugno 2020. Il giro d’affari è balzato del 12,6% a 13.784 milioni, in aumento in tutti i settori di attività, e trainato principalmente dal comparto Elettronica per la Difesa e Sicurezza (+12,6% a 6.701 milioni) grazie alle maggiori attività di Leonardo DRS e in ambito Airborne Systems, oltre che per l’effetto positivo dei cambi. Importante la performance dell’Aeronautica, con un progresso dei ricavi del 17,1% a 3.390 milioni, per il ramp-up nella divisione Veicoli della produzione del programma EFA-Kuwait e per l’incremento delle produzioni del programma B787 nell’ambito della divisione Aerostrutture. Bene gli Elicotteri, con ricavi saliti del 5,6% a 4.025 milioni, grazie a maggiori attività sul Customer Support and Trading e su programmi militari-governativi sia domestici che export (tra cui i programmi NH90 Qatar, MH-139 per US Air force ed il NEES - Nuovo Elicottero da Esplorazione e Scorta), che hanno più che compensato i minori ricavi dai clienti civili (linee AW 190/119 e AW189). I costi operativi sono aumentati però in misura inferiore al giro d’affari, passando da 11.684 a 12.723 milioni (+8,9%) e, seppure i costi per i consumi di materie prime sono incrementati da 4.166 a 5.131 milioni (+23,2%), le spese del personale sono aumentate solo del 2,2% a 3.449 milioni, in presenza di un numero di dipendenti passato da 46.462 a 49.530 unità (il numero medio è passato da 45.522 nel 2018 a 47.797 unità). Inoltre gli oneri non ricorrenti sono diminuiti da 102 a 43 milioni e soprattutto gli oneri di ristrutturazione sono passati da 205 a 28 milioni. Così l’Ebitda è in progresso di ben il 39,6% a 1.612 milioni. Gli ammortamenti e svalutazioni complessivamente sono scesi da 656 a 619 milioni, e in particolare le rettifiche di valore sono diminuite da 83 a 28 milioni e gli impairment da 72 a 54 milioni. Pertanto l’Ebit è volato da 499 a 993 milioni (+99%). Il saldo negativo della gestione finanziaria si è appesantito anche per l’effetto dell’andamento del fair value degli strumenti di copertura del rischio di cambio. Al 31/12/2019 l’indebitamento finanziario netto ammontava a 2.847 milioni (incluso dell’effetto IFRS 16 pari a 458 milioni), contro i 2.379 milioni di fine 2018. L’utile ante imposte è quindi balzato da 485 a 869 milioni (+79,2%) e, dopo imposte per 147 milioni (tax rate in aumento dal 13,2% al 16,9%), si è giunti a un risultato netto delle attività di funzionamento di 722 milioni, il 71,5% in più dell’anno prima. La gestione ha poi beneficiato di proventi non ricorrenti per 100 milioni riferiti al rilascio di parte del fondo stanziato a fronte delle garanzie prestate in occasione della cessione a Hitachi del business trasporti di Ansaldobreda (proventi per 89 milioni nel 2018). Di conseguenza l’utile netto al 31/12/2019 ha raggiunto 821 milioni (+61,3%). Al 31/12/2019 i nuovi ordini ammontavano a 14.105 milioni contro 15.124 milioni a fine 2018, ed il portafoglio ordini è passato da 36.118 a 36.513 milioni. La copertura assicurata dal portafoglio ordini risulta pari a oltre 2,5 anni di produzione equivalente.