Portobello

RISULTATI 2022 - Prosegue nel 2022 la forte crescita del giro d’affari di Portobello, ma i margini reddituali sono stati penalizzati da maggiori costi e svalutazioni. I ricavi caratteristici sono infatti balzati del 51,9% a 129,9 milioni, di cui 71,8 derivanti dalla rivendita di spazi pubblicitari (Media) in crescita del 31,7%, 24,6 dal commercio B2C al pubblico retail (11,5 milioni nel 2021) e 33,5 dal commercio B2B dei prodotti ottenuti in concambio (+72,1%). Nel 2022 sono stati aperti 10 nuovi punti vendita (1 a Bologna, 1 a Rimini, 1 a Portogruaro, 1 a Carpi, 1 a Torreano di Martignacco, 1 a San Benedetto del Tronto, 1 a Catania, 1 a Ravenna, 1 a Bari e 1 a Sarzana, tutti situati in centri commerciali). Gli altri proventi, poco rilevanti, si sono invece ridotti del 77,9% a 595.000 euro. I costi per consumi di materie prime sono aumentati pressochè in linea con il fatturato (+52,4% a 84,3 milioni), ma quelli del personale sono più che raddoppiati passando da 5,4 a 11,3 milioni (del resto in presenza di un numero medio di dipendenti passato da 159 a 326 unità per effetto delle nuove aperture). Anche i costi per servizi sono saliti del 34% a 9,1 milioni e gli altri costi operativi ben dell’83,2% a 7,7 milioni. L’ebitda è comunque aumentato del 10% a 18,2 milioni; va sottolineato che nel 2022 è presente una componente di costo non ricorrente di 6,4 milioni relativa a spazi media da ricevere a un fornitore andato in liquidazione, senza la quale l’ebitda rettificato sarebbe stato pari a 24,6 milioni (+48%). Dopo ammortamenti in aumento da 2 a 2,8 milioni, ma soprattutto svalutazioni balzate da 550.000 euro a 1,8 milioni, l’ebit si è attestato a 13,5 milioni (-2,9%); al netto della componente straordinaria l’ebit rettificato sarebbe stato di 19,9 milioni (+43,2%). Il saldo negativo della gestione finanziaria, poco rilevante, è però peggiorato da 464.000 a 871.000 euro. Al 31/12/2022 l’indebitamento finanziario netto ammontava a 43,1 milioni, in forte aumento rispetto ai circa 18 milioni di fine 2021 a seguito degli investimenti effettuati nell’apertura di nuovi punti vendita nonché dell’acquisizione del portale ePrice. Va anche detto che le rimanenze di prodotti finiti (al lordo del relativo fondo di svalutazione) sono salite da 45 a 58,7 milioni. L’utile ante imposte è così sceso del 6,6% a 12,2 milioni (non considerando la componente di costo straordinaria l’utile ante imposte sarebbe stato di 18,6 milioni, +42,6%) e, dopo imposte per 4,5 milioni (tax rate in aumento dal 32,3% al 37%) ma soprattutto l’imputazione a terzi di una quota di perdita di competenza balzata da 36.000 euro a 2,7 milioni, l’utile netto è ammontato a 10,3 milioni, il 16,9% in più rispetto ai circa 8,9 milioni al 31/12/2021. Non considerando la componente straordinaria di costo e il relativo effetto fiscale, l’utile netto ante quota di terzi avrebbe raggiunto 14 milioni (+59,5%).